Il consumo di bevande alcoliche

La maggior parte delle persone nel corso della vita ha assunto ed assume alcol e questo non si considera un comportamento patologico. Tuttavia, il consumo di eccessive quantità di bevande alcoliche viene considerato un disturbo quando comporta una compromissione del comportamento psico-sociale dell’individuo o quando si manifesta una dipendenza, ossia l’incapacità di rimanere sobri.

Per valutare i rischi da alcol correlati per la salute è necessario considerare sia le quantità consumate abitualmente di vino, birra o altri alcolici in relazione alla quantità raccomandata dal Ministero della Salute, al fine di stabilire se si è in presenza o meno di un consumo abituale eccedentario o piuttosto si tratti di episodi di ubriacatura concentrati in singole occasioni (binge drinking)

Il Ministero della Salute con la determinazione dei “Livelli di assunzione di riferimento di nutrienti” (LARN 2014), ribadisce la necessità di non superare mai le quantità definite a minor rischio (lower-risk drinking) per non incorrere in problemi per la salute. In particolare, per le donne adulte e gli anziani di 65 anni e più il consumo giornaliero non deve superare una UA (UA = 12 grammi di alcol puro), per gli uomini adulti il consumo giornaliero non deve superare le 2 UA al giorno, mentre sotto i 18 anni qualunque consumo deve essere evitato poiché il fisico non è ancora in grado di metabolizzare adeguatamente l’alcol.

Numerosi studi scientifici dimostrano come un consumo prolungato di alcool oltre le quantità fissate dal Ministero della Salute incida negativamente sulla salute causando disturbi epatici, problemi digestivi, problemi cardiaci, complicazioni del diabete, problemi agli occhi, malattie congenite, osteoporosi, disfunzione erettile o interruzione del ciclo mestruali, disturbi mentali, demenza, perdita della memoria a breve termine, aumento del rischio di tumori ed altro ancora. Mentre sulla sfera psico- sociale può generare sbalzi di umore, depressione, aumento della tolleranza all’alcool, incapacità di ricordare conversazioni o impegni presi, trascuratezza nell’aspetto ed altro.

Dalla rilevazione “Aspetti della Vita Quotidiana”, annualmente condotta dall’Istat sulla   popolazione costituita dalle famiglie residenti in Italia e dagli individui che le compongono, (escluse le persone che risiedono in istituti di convivenza). Assumendo come riferimento la popolazione con 11 anni e più per l’Umbria, emerge che nell’anno 2017 si stima che il 49,5% consuma aperitivi analcolici, il 39,8% aperitivi alcolici, il 31,7% amari, il 29,5 % liquori; tali valori risultano sistematicamente superiori sia a quelli stimati per il Centro sia per il livello nazionale. Di contro la quota di coloro che consumano bevande alcoliche con modalità “eccezionalmente” in Umbria risulta minore rispetto a quella stimata per l’area di Centro e Nazionale (Graf.1).

 

In relazione al consumo almeno di una bevanda alcolica nel corso dell’anno e al consumo giornaliero, per l’Umbria, si ha che complessivamente il 69,8% delle   persone di 11 anni e più consuma una bevanda alcolica almeno una volta nel corso dell’anno e di questi il 25,8% tutti i giorni, valori in entrambi i casi maggiori rispetto a quelli stimati per il Centro e per il Paese. Tale comportamento è più frequente negli uomini rispetto alle donne (Graf.2).

Almeno un comportamento di consumo a rischio, in Umbria, si verifica in circa 139mila persone, 101mila hanno un consumo abituale eccedentario e 51mila consumano oltre sei unità in una unica occasione. Il comportamento   legato al consumo moderato di bevande alcoliche, al consumo abituale eccedentario, al consumo a rischio e al binge drinking   risulta   essere più diffuso nella popolazione umbra che in quella del Centro e dell’Italia nel complesso (Graf.3).

Gli stessi comportamenti messi a confronto con l’anno precedente registrano per l’Umbria   circa 9 mila persone in più che consumano bevande alcoliche con moderazione, circa 26mila in più assumono un comportamento definito a rischio, di circa 27mila persone aumenta la quota che hanno un comportamento eccedentario e in 51mila persone, 3mila più dell’anno precedente, si verificano episodi di ubriacatura concentrati in singole occasioni  ( binge drinking ).